L’estate arriva e la provincia italiana esce fuori dalle tane invernali a fare “agorà” nella splendida decadenza architettonica e paesaggistica di una penisola in affanno da ossigeno economico e da prospettive a lungo termine.
Se il popolo è in affanno, i “musicisti servi” , i soliti ignoti come al solito, non ne parliamo. Ma la bella stagione apre loro le porte della kermesse festivaliera. E tutti accorrono per pochi euri compreso il rimborso più ritorno a casa in nottata. Un tempo il festival era una sintesi ragionata di una stagione artistica particolare in un territorio che, attraverso la manifestazione, accoglieva spettatori e potenziali visitatori, collocandosi così nelle mappe del turismo o delle occasioni uniche per l’artista ospite.
Oggi è solo una parola chiave di accesso burocratico al finanziamento di sagre paesane cum palco und luci/fumi sul quale si celebra il trionfo dell’autoesaltazione della militanza musicale “contro” di chiunque imbracci una chitarra e abbia tempo per recitare la parte dello springsteen di provincia. Non c’è niente di male in tutto ciò, ma mettere insieme gli alunni di una scuola con professionisti di talento, può generare disaffezione nel pubblico che del tutto sordo non è mai.
Sono stato sabato 2 luglio al Ludovico Van di Montemiletto e venerdì 8 luglio al Radio Entropia Indie Fest a Marigliano. Ambedue le iniziative si svolgevano su due giornate nel corso delle quali l’offerta al pubblico era di varia natura: dall’informazione sociale al body painting, dall’etichetta indipendente al prodotto tipico. Lo spirito dei presenti che tendevano ad arrivare con nonni, zie, pupi in carrozzina, compagni e compagne in abbigliamento rigorosamente “alternativo” DOC , dicevo lo spirito era “ben disposto a dolci ed aranciate” come cantava Edoardo Bennato in “Feste di Piazza” per testo di Trampetti 40 anni fa.(Nel video la versione dei Letti Sfatti dal cd ” Come fiori tra i marciapiedi e l’asfalto ” del 2010)
Ah, poi si faceva ANCHE della musica che giustamente in un festival di artisti indipendenti alla fine fa piacere
Tre palchi al Ludovico Van, uno a Marigliano. In quello centrale (rookie stage) a Montemiletto, sabato 2 Eva Nouer, Bar Noir, Fitness forever, Kundalini surf, The Anthony’s Vinyls.
Ho sentito dalle 18:00 in poi i primi tre, molto pregevoli, assieme ad altre dieci persone in media. Il world music stage che era il palco più basso lungo la odorosa collina (vi prego di consultare il sito per i dettagli www.ludovicovanfestival.com) contava una decina di spettatori un pò più partecipi. Quando alle 9:50 la band dei MUG – una band non meno ignota di quelli che si erano esibiti sul rookie – ha cominciato a massacrare sul MAIN STAGE i timpani dei presenti con una poltiglia musicale indistinta, i telespettatori inerti (avete letto bene: il pubblico è così apatico da assomigliare ad un telespettatore, secondo me) saltavano indiavolati intruppati a gruppi di cinquanta. Il mezzo è ancora il messaggio e se suoni sul palco principale, meriti a prescindere !!!
A Marigliano al Radio Entropia Indie Fest, sono arrivato che erano le 9:30 di venerdì 8 luglio e alle 10:30 un dj che era stato – pensate – road manager degli Articolo 31 stava seviziando gli assenti/presenti con una selezione di pezzi su basi dub. Tenendo conto che le band che si sarebbero esibite – Novaroots, Joe Petrosino, Leros, Jovine feat, O’ Zulù, Diego Leanza, Foja, U_Led, Ministri– le conoscevo già tutte, lo ammetto: mi sono arreso!
Alla fine del mese vorrei andare a sentire Voci dal Sud a Salerno perché mi dicono un gran bene degli organizzatori di quella provincia campana. Anche l’offerta è davvero appetibile.
Sarà la musica che ci gira attorno, sarà questo muro che ci convince a non convincerci, ma a me non sembra un modo efficace per “Fare Palco”, ma mi posso sbagliare. Però il pubblico si diverte. E allora…alla prossima
Per commenti e suggerimenti: mauro.boccuni@gmail.com