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Mauro Boccuni, 2011

Mauro Boccuni, 2011

La settimana scorsa ho presentato una playlist condivisa tra questo appuntamento settimanale su Terra News/Terra Napoli e il mio blog “Dipende! L’arte di essere “indipendenti(http://musica.illimitarte.com/).

Dipende playlist n° 1 by Mauro Boccuni

Nel corso dei mesi che seguiranno, proporrò delle Dipende! playlist curate sempre da me, Mauro Boccuni, con le quali potrete continuare ad apprezzare l’idea che la Campania e i musicisti che vi lavorano e vivono sono ben altro e ben oltre che l’idea di una passione

A volte addirittura una passio christi! Come quella dell’ennesimo raduno da sagra che, in disprezzo delle feste popolari, un tempo permettevano ai partecipanti – famiglie e codazzi rumorosi di giovinastri in effervescenza ormonale estiva – di trascorrere un paio d’ore di serena distensione tra banchetti di nocelle, dolciumi, la padella miracolosa, il tritatutto a soli tot euri e la cantata del pop singer dell’ultima stagione. Tutto funzionava come da regola e tutti erano moderatamente appagati.

Oggi invece abbiamo il “festival degli indipendenti”. Ne ho già scritto nelle settimane passate.

Sono stato sabato 23 e domenica 24 luglio all’ultima edizione del “Farci Sentire” che, come leggo dal sito all’indirizzo www.farcisentire.it, è stato battezzato ben otto anni fa dall’associazione Arcifelix di Scisciano con l’ “insolito” obiettivo di ” incentivare la musica underground italiana e non, dando spazio a gruppi o solisti emergenti che “aprono” l’esibizione di un gruppo di “professionisti” con la quale si conclude la manifestazione.” Così recita il disclaimer del festival e così lo riporto.

Un ennesimo flop di affluenza come molte altre prove analoghe sul territorio della provincia di napoletana hanno riportato in questa estate. Non più di ottocento persone su due serate, complice forse anche la temperatura. Fatti salvo due gruppi della prima serata i Borderline della Subcava Sonora e

Sixth Minor

i Sixth Minor che non conoscevo e di cui voglio approfondire la produzione, le altre band sono state modeste per proposta e bassa autostima durante l’esibizione. Non riprendo il discorso già affrontato sulla gestione del mixer per non infierire ancora sull’argomento e su un livello di organizzazione che confonde (forse) l’ordine pubblico con l’inefficienza dei cambi di palco, con la mancanza di un conduttore in grado di valorizzare le band emergenti. Insomma un disastro inaccettabile per un appassionato di gruppi emergenti come me!!!

perturbazione del nostro tempo rubato

perturbazione del nostro tempo rubato, 2011

La presenza degli headliner, i Perturbazione e i Calibro 35, ha confermato inoltre quanto sia mediamente indifferente il pubblico dell’area napoletana al genere rock nelle sue varie espressioni.

Calibro 35, Ritornano quelli dela Calibro 35, 2010

Calibro 35, “Ritornano quelli dela Calibro 35”, 2010

Non si può pretendere che un musicista assecondi o che “si interroghi” sulla domanda locale, non si può chiedere al pubblico di dovere accettare qualunque suggestione musicale per amore della propria città, delle radici. Non si può altresì affidare la promozione  delle band che vivono di piccole e limitate, ma significative esperienze ad organizzazioni che fanno della loro indiscutibile buona fede uno scudo per non ammettere che queste soluzioni non pagano più!

Suggerisco di produrre molti meno festival, di intitolarli “raduni”, di collaborare in rete con le altre associazioni che in Campania coltivano gli stessi interessi e di scegliere location più decentrate ma capaci di accogliere i campeggiatori per una due giorni di Pace Amore.

Per commenti e suggerimenti: mauro.boccuni@gmail.com oppure sul blog ” Dipende! L’arte di essere “indipendenti” all’indirizzo http://musica.illimitarte.com.

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