L’amico Marco Francini, un sensibile Artista di Napoli che potrebbe costituire nel 2012 assieme ad altri “colleghi” una forma di orgoglio per la vitalità culturale della città, ha lasciato un commento alla mia precedente nota che riporto in apertura di questo mio nuovo intervento.
Scrive Marco: “mauro tutto giusto ma la mia libertà “culturale di espressione” è pari a tutto ciò se non di più e quindi ribadisco il concetto che un baraccone del genere, oggi e dico oggi e non ieri, perché so cosa dico e la differenza che c’è, è un pessimo varietà che contribuisce alla distruzione della musica moderna e consolida l’idea che la “canzonetta sanremese” sia ogni forma di musica leggera popolare d’autore ecc ecc e dunque la musica non è cultura”
Marco sa che condivido appieno il suo punto di vista, sa che assieme a Lello Cardone di illimitarte conduco con passione e la convinzione che anche una piccola goccia possa aprire nuovi varchi, una battaglia settimanale per la promozione della musica indipendente.
Io e Lello tramite le nostre attività vorremmo non essere gli unici ad offrire un microfono o una telecamera, e infatti non lo siamo. Ma il nostro sforzo non è sicuramente noto ad una “nicchia popolare” tale da affermarsi come spinta alla riflessione sulle dinamiche perverse del rapporto tra l’economia dello spettacolo e l’identità dell’Artista.
Marco, in sintesi, non c’è possibilità di LIBERTA’ D’IDENTITA’ in un sistema socio/economico che non sappia GARANTIRE lo stato di diritto al Popolo.
Una manifestazione come il Festival di SanRemo si è allineato da diversi anni allo “stile” che caratterizza i palinsesti televisivi italiani dall’avvento del berlusconismo.
In parole povere, la rappresentazione dell’abbandono di ogni remora e pudore su ogni piano e livello della contrattazione comunicativa: dallo stile di conduzione alla confusione logistica sul palco dichiarata e ripresa dalle telecamere, dalla mancanza di rigore professionale dei cantanti alla pressocchè inconsistenza del tessuto musicale, dalla infima considerazione per la donna sprofondata ad oggetto “usa e getta” al dissipamento della funzione, direi, ANGOLARE dell’Artista Musicista ridotto ad icona del circo mediatico.
Il berlusconismo ha titillato l’istinto animale del ”falla vedere: ce l’hai, è bella, perchè nasconderla” e l’ha organizzata in un lavaggio a secco del cervello del popolo italiano sostenuto da messaggi di tipo iconico più rapidi da cogliere e da decifrare come l’abbigliamento, l’acconciatura, la presenza di status elettronici accanto ai manichini/star e così via.
Il gossip ha sostitutito il dibattito, reiterandosi incessantemente nel palinsesto mentale delle ultime generazioni.
CULTURA è da sempre sinonimo di NOIA e ACCADEMISMO, di CIRCOLI e ASSOCIAZIONI, di GRUPPI DI SINISTRA, di SFIGATI FLACCIDI SPESSO INCONCLUDENTI.
La causa del perdurare di questo pensiero è dovuta al fatto che il salto di valori in tuttta la cultura occidentale e in particolare in Italia è avvenuto attraverso “forzature” storiche (il boom economico, le migrazioni, gi status del benessere, il lungo iato della dottrina comunista dal dopoguerra fino agli anni ’80 e il predominio incontrastato della Chiesa/Banche/Criminalità) e non progetti basati sulla mediazione tra passato e futuro.
Le classi e la cultura che ci hanno portato agli sfasci storici nel secolo passato si sono reincarnate nel capitalismo massonico di cui paghiamo gli effetti.
La MUSICA come cultura non trova posto nelle convinzioni di un processo, di una “filiera” produttiva realizzata intorno al significato dell’Arte, del valore elevato dell’Artista, del suo potenziale umano e solo successivamente economico!
Le mie esperienze mi dimostrano che i primi a non rincorrere lo sforzo di identificarsi in una ricerca di identità siano proprio i Musicisti che non possono essere sempre scusati a prescindere perchè vittime e anelli deboli della catena!
La mia voce si aggiunge oggi alle tante che hanno scritto e detto e combattuto per una legge sullo spettacolo, per una lotta alla difesa dei diritti dei lavoratori dello spettacolo. Cosa di fatto si è ottenuto? Io lo so come lo sai tu!
Quindi SanRemo di fatto costituisce l’idea POPOLARE di ciò che costituisce Cultura Musicale da ciò che non lo è.
Le poche altre voci giocano a resistere Voi Musicisti, voi Artisti concorrete a non farle spegnere.
Mauro Boccuni