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imageOggi il mio viaggio ha come meta uno strano luogo dove trovo un’arpa dai fili di ferro. Questo è il titolo dell’ultimo disco di Aldo Granese & La Diaspora Band, artista poliedrico, autore presente anche in antologie di poesia. Aldo è un cantante ed autore di Nola, docente di canto e polistrumentista.
Il disco contiene 16 tracce con 8 brani e 8 sonetti introduttivi. l’opera è autoprodotta ed è edita dalla Zurigo edizioni musicali, mentre l’etichetta è Smile Records di Casalnuovo.
Il lavoro è estremamente pregiato e particolare ho avuto modo di incontrare Aldo e di fargli alcune domande
D.: come è nato questo disco? 
A.: dalla mia idea iniziale, che non avesse alcun tipo di ancoraggio temporale con la situazione odierna. Ho pensato ad un disco che sia attuale sempre, pensiamo a molti dischi che hanno sonorità “alla moda” riconducibili ad un tempo ben preciso. Quando ho lavorato a quest’opera ho deciso di non farlo suonare “alla moda” e spero di essere riuscito e non mi rifaccio ad un canovaccio retrò, contrariamente a tanti artisti che ricalcano le sonorità del periodo cantautorale nel loro momento clou. Ho agito nel modo più libero possibile, perchè ciò che mi premeva era creare delle suggestioni, prima che musicali, letterarie, in modo che restasse nella testa la storia, al pari di un romanzo.
D.: Un Concept Album quindi?
R.: Si, mi sono ispirato ai concept degli anni 70 come logica. “L’arpa dai fili di ferro” trae il proprio titolo da “Die Drahtharfe” raccolta poetica di Wolf Biermann del 1965, pur non avendo, però, alcun punto di contatto con tale opera. Del grande autore tedesco intende ricalcare la caustica irriverenza e la patetica indignazione nei confronti di un mondo infame che non ha pietà e rispetto per nessuno. Questo concept narra la storia di due giovani promessi sposi immaginata in Germania ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, ma trasportabile nel contesto spazio-temporale di qualsiasi altra guerra. Il racconto è affidato a una serie di sonetti introduttivi alle varie canzoni, che invece costituiscono i momenti ”lirico-contemplativi” della vicenda. Si parte da una totale sfiducia nei confronti di Dio e del destino per approdare, nell’ultimo capitolo, in seguito all’amore recuperato, ad una riconciliazione dei concetti di bene e male, che finiscono per sovrapporsi nella mente del protagonista, costretto da ora in avanti a restare sempre sul chi vive, malgrado la serenità apparentemente ritrovata.

Lello Cardone

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