Finti illimani: dalla nostra terra al Sudamerica, viaggio nel tempo e nella storia

Che strana sensazione ho provato quando ho ascoltato i Finti Illimani, un misto di gioia, saudade, storia, armonia, serenità, terrore, servilismo, guerra fredda, insomma, anche se sembra non sono impazzito (o almeno credo) e ve ne darò prova! Nonostante il nome ricordi gli Inti-Illimani, gruppo vocale e strumentale cileno nato nell’ambito del movimento della Nueva Canción Chilena e tuttora attivo, che abbiamo accolto in Italia dal 1973 al 1988, dopo l’esilio forzato causato in Cile dal colpo di stato del dittatore Pinochet, la F anteposta ad “Inti”, letteralmente in Quechua: “Sole”, fa subito sorridere e comprendere lo spirito della band. Ma chiarisco subito che essa non vive affatto di luce riflessa, ma ha una meravigliosa energia che trasmette con serena solidità. E qui provo a dare una spiegazione a ciò che ho provato ascoltando la band dal vivo a Popòdcast, programma di musica e cultura che viene prodotto negli studi dell’associazione illimitarte (lo trovate su iTunes). La gioia è arrivata subito per la grande solarità dei componenti del gruppo e la loro attenzione alle sonorità, agli equilibri tra le varie sezioni della formazione. Ciò indica anche molto rispetto reciproco ed affiatamento ma soprattutto preparazione musicale vera, sempre più rara in un mondo dello spettacolo invaso dal nulla totalizzante dei talent show e dei contest. Con la “saudade”, come biglietto, ovvero quella sorta di malinconia romantica e ricca di passione tipica dei paesi latini, ma che personalmente vivo anche a Napoli, Lisbona, ed altre città a me care, si può partire su un treno speciale, un treno che non teme gli ostacoli dello show business ma che li travolge, perchè ricco di contenuto. E la musica dei Finti illimani è cultura, bellezza, mista alla storia, come il ricordo di Allende, con la sua ultima telefonata in radio prima di essere ucciso, presente nel disco: “Quando i treni viaggiavano sicuri”, prodotto tramite Produzioni dal Basso. Il disco, con belle collaborazioni di Gordon Poole, Andrea Campese e Daniele Sepe, schiaffa davanti agli occhi anche il terrore generato dalle politiche scellerate di colonizzazione forzata da parte di alcuni paesi, anche appoggiando feroci dittatori, dal mondo ecclesiastico che, anche ad altissimi livelli, si è piegato con troppa facilità a falsi leaders, (vergognosa la benedizione di Giovanni Paolo II a Pinochet e la lettera di Sodano). Insomma da ascoltare i Finti Illimani, possibilmente non in mp3!

Lello Cardone