Big Stone Studio e Collettivo Insorgenza Musica presentano il CD Napoli Sound

copertina1La nascita di una compilation è un momento importante per una band o un artista emergente che abbia deciso di fare della musica la propria ragione di vita. In realtà qualsiasi occasione può essere buona per essere felici o almeno soddisfatti di essere riusciti a concludere un progetto artistico.

Ma una compilation è un particolare progetto artistico:
● presume l’energia di chi sostiene l’iniziativa,
● presume l’entusiasmo di tutti i musicisti che ne condividono il risultato e infine …
● presume che ci sia un pubblico disposto ad accoglierne l’offerta, decretandone il successo o l’indifferenza.

Vi sarete accorti che ho usato il verbo p​resumere e​che non a caso sono stato volutamente enfatico sulla fu​nzione promozionale che attribuiamo ad una compilation.​ In particolare modo quando a farne parte sono g​iovani artisti emergenti.​ Il g​iovane artista emergente​è da troppo tempo diventato un luogo comune come lo era Venezia che affondava o​lo è diventato P​ompei che si sgretola sotto l’incuria della burocrazia. L’emergenza e l’emergente hanno tristi radici in comune, senza nessuna apparente soluzione di continuità. In pratica si presume, come dicevo all’inizio, che si voglia a​iutare un emergente​alimentando però solo uno stato di continua e permanente e​mergenza.​ Sono 25 anni che mi occupo a vario titolo e con diverse forme di collaborazione del sostegno della cultura dell’indipendenza in musica. In particolar modo della musica che si suona nella città di Napoli e nella sua provincia. Pur avendo oramai stretti contatti con quasi tutte le principali espressioni artistiche indipendenti del paese. Se le ideologie storiche hanno ceduto il passo ad una cinica e rassegnata disillusione sociale, sono ben felice di apprezzare che i musicisti indipendenti sono rimasti gli unici veri temerari coraggiosi indomiti militanti di questa nostra stanca debilitata Italia. Insomma l’arte non cede come la vita che combatte per sè stessa! Però bisogna ammettere che le istituzioni pubbliche e private italiane, e nel nostro caso napoletane, nei fatti mostrano troppa indifferenza e noncuranza nei confronti della stoica resistenza dei musicisti. Tranne rarissime eccezioni, le radio del territorio non li inseriscono nella loro rotazione quotidiana preferendo l’omologazione delle classifiche internazionali, il neomelodismo e la deriva pop del rap/hip hop. Le televisioni locali li ignorano del tutto, la stampa specializzata non la legge più nessuno e di fatto è scomparsa. I quotidiani fanno orecchie da mercante preferendo eventi e artisti di più immediato consenso. I pochi locali rimasti aperti in Campania e dotati di un palcoscenico preferiscono, con pochissime eccezioni, le tribute band il consunto dj set oppure un jazz di facile intrattenimento per alleggerire la digestione degli avventori. Non tenendo conto che i musicisti ­ n​on li chiamerò più emergenti, ma solo musicisti ­​ quando riescono a trovare un ingaggio o due al mese, spesso devono subire anche il ricatto di chi gli sottrae denaro o non li paga proprio. E per chiudere in bellezza, voglio anche aggiungere che questi musicisti vedono raramente compilare un borderò per la SIAE o il modulo Enpals. Il pubblico che 30/40 fa cercava e pagava del denaro per ascoltare gli autori che oggi fanno parte del repertorio cosiddetto “storico”, beh questo mercato oggi è invecchiato anagraficamente e tende a rifugiarsi nella propria tradizione sonora. Quindi come trasfomare questa occasione in una reale opportunità? Qualche umile consiglio! Questa compilation deve rivolgersi ad una fascia giovanile, incontrandola nei luoghi che frequenta, con i mezzi che usa per fare aggregazione attraverso la musica, con i codici culturali che adotta per scegliere cosa escludere e cosa no dal proprio paesaggio sonoro. Questa compilation o parte di essa, deve essere presentata e distribuita nelle scuole dell’obbligo, nei negozi di abbigliamento, di tecnologia, nelle scuole private di musica e soprattutto di ballo, nei locali di ristorazione, nelle università, deve trasformarsi in una app da usare come un gioco da condividere attraverso una logica sociale di comunicazione. Da questa compilation ne dovrebbe uscire una minifiction per il web da sviluppare con i tanti talenti napoletani del settore audiovisivo. Perché gli artisti hanno una faccia, una storia da raccontare fatta di entusiasmi e di disorientamenti superati a​cui il pubblico vuole appartenere. Perché NOI, quando abbiamo sentito i nostri beniamini per la prima volta, pochissimi hanno coltivato un immaginario partendo SOLO dalla musica. La massa di ascoltatori, quella che mandava in prenotazione Gianni Morandi, per fare un nome del pop italiano, con 300000 copie per un brano che il cantante doveva ancora presentare a Canzonissima, questa massa di fan comprava con un 45 giri un sogno, una speranza, l’illusione che una canzonetta lo sollevasse dalla quotidianità. Illimitarte e Stereobus metterà a disposizione di Neapolis Compilation il suo volontariato associativo. Mi auguro che la buona politica sappia intercettare il valore aggiunto dell’arte per la società e le dia l’occasione delle scelte giuste.

Mauro Boccuni