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Da diversi anni attivi sulla scena indipendente, con all’attivo collaborazioni di tutto rilievo, questa particolare formazione ideata dalla cantautrice Maria Ylenia Trozzolo ed il polistrumentista Raffaele Cardone, si immergono stilisticamente nelle radici della folk music del Mediterraneo, in particolare quella del Sud Italia. Hanno sposato dall’inizio della loro vita artistica, l’idea di un “open ensemble”, una formazione arricchita ed ampliata non secondo le regola del mercato, ma quelle, ben più intense e fruttifere della solidarietà.

Oggi, pubblicano in totale autonomia, in napoletano, calabrese, italiano e spagnolo, il nuovo disco “Scantu”, che in calabrese appunto vuol dire “Spavento”. Spavento per la condizione che raggiunge l’uomo quando i valori umani vengono esautorati dai media, schiavi di lobby e potere politico, dalla mafia, dal denaro, dai confini, dalle distanze culturali, da eserciti in mano a spietate multinazionali, e da tutti gli oppressori di popoli.

Undici brani inediti, tra cui “Maletiempo”, la storia di una madre che parla ad un camorrista, o come “Brigantessa si mora”, rilettura della figura delle brigantesse nell’Italia postunitaria, o come “Nosotros Dos”, tango in spagnolo sulle condizioni dei nostri emigranti, o ancora Nunneranumigranti su quelle dei nuovi immigrati. “’E signu ‘cca ca pianzu”, che tratta il tema della guerra, ripreso anche in “Ferramonti”, brano che racconta le vicende del più grande campo di concentramento italiano fascista, il Ferramonti di Tarsia, o come “Gola e Tammurriaddru”, due giovani che si trovano al G8 di Genova, o ancora “Cittu”, che racconta l’omertà delle popolazioni sottomesse alla ‘ndrangheta, e brani chiaramente provocatori e antirazzista, come “In un paese civile” che racconta la differenza tra due Italie.

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on domenica, novembre 21st, 2010 at 10:09 pm
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