Un pozzo per Sakou

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illimitarte è stata partner attiva nella raccolta fondi (donato il 100% raccolto) e nella sensibilizzazione per la costruzione del pozzo d’acqua a Sakou. Grazie a Patrizia Panella questo sogno è diventato realtà.

Ecco l’articolo di Angela Fabozzi da Paese Mio (16 Luglio 2010).

SAKOU, E’ ARRIVATA L’ACQUA

La raccolta fondi promossa da una rete di associazioni, tra cui Illimitarte, ha portato alla realizzazione del pozzo in Burkina Faso. I 3.500 abitanti del villaggio potranno iniziare una nuova vita

VILLARICCA. “La felicità è vedere sgorgare acqua dal pozzo e sapere che adulti e bambini potranno iniziare una vita diversa”. Raffaele Cardone, musicista e presidente dell’associazione Illimitarte, non nasconde l’entusiasmo per aver visto realizzato un progetto partito appena sei mesi fa. Per la prima volta a Sakou, un villaggio poverissimo del Burkina Faso, nel distretto di Bam, a circa 130 km a Nord della capitale Ouagadougou, là dove iniziano le dune di sabbia che aprono le porte al deserto del Sahara, è arrivata l’acqua grazie ad un gruppo di volontari che si è impegnato per raccogliere i fondi. A favore dei 3.500 abitanti del villaggio di cui 390 bambini, si sono mossi anche i giovani musicisti dell’associazione Illimitarte, che il 13 dicembre del 2009, presso il Centro Polivalente di via Napoli hanno promosso la manifestazione di solidarietà ed impegno civico “Un pozzo per Sakou”. Lo stand di raccolta fondi gestito dall’associazione Illimitarte, promotrice dell’iniziativa a favore delle popolazioni del Burkina Faso, ha prodotto gli effetti sperati. Grazie ad un tam tam tra associazioni di tutta Italia il Progetto ha raccolto complessivamente 8.777 euro, ma il costo del pozzo è di 9.200 euro. La ditta realizzatrice ha dovuto effettuare uno spostamento di macchinari di ben 400 chilomentri ed alla fine ha creduto alle parole dei volontari, che si sono impeganti a completare l’importo nel più breve tempo possibile. Ad aprile sono iniziati i lavori di trivellazione ed alla fine di maggio, per la precisione il 22, l’intero villaggio era lì ad assistere allo sgorgare dell’acqua più preziosa del petrolio per una popolazione che vive ad un tiro di schioppo dal deserto.

A seguire i lavori sul posto la volontaria Patrizia Panella, una giovane di Monza, che ha soggiornato presso la missione di Fratel Albert Sawadogo. E’ solo grazie all’impegno di tanti volontari, che per la prima volta, l’acqua è riuscita a sgorgare a Sakou. In questo modo oltre a “creare” vita nel villaggio, si evita a donne e bambini di percorrere a piedi 15 km per attingere un po’ d’acqua. Il pozzo è stato intitolato alla memoria di Cristina Maggi, giovane donna milanese perita proprio in Africa.

Angela Fabozzi