Premesso che sono un bitolsiano di ferro, come ben sapete tutti, sostengo quando segue:
Vedo e leggo su FB che ci sono molti benestanti – 150 € per un biglietto di un concerto rock è una FOLLIA TOTALE, TOTALE ! – tutti hanno un lavoro e non c’è altro a cui pensare che al “concerto di Paul McCartney” e i suoi x milioni di costo.
Nel caso mi occuperei di discutere sui tagli al FUS, di come fare risorgere l’invito a frequentare le nostre bellezze e i nostri patrimoni.
A Napoli per George Michael mi dicono che in un posto di 20000 persone non hanno venduto neanche 5000 biglietti.
Mi auguro che tra un tour autunnale per i Verdena o i Ministri o i Perturbazione o i Gentlemen’s Agreement e uno per una vecchia rockstar che dovrebbe solo ritirarsi a Las Vegas – cimitero per elefanti – si trovino i soldi per i primi, che sono il FUTURO.
Ma so che non è così, ahimè, che tristezza….
Queste manifestazioni di apparente incoerenza con il valore dell’evento erogato – un concerto di un musicista, di una rockstar – e il dilagante precariato, la chiusura delle aziende, l’aumento vertiginoso della disoccupazione mi spinge davvero a cercare di capire e a domandarmi quanti ricchi o benestanti esistano tra gli impiegati, tali da potersi pagare la casa, le utenze, vitto, macchina, trasporti e affollare a migliaia gli spalti per assistere alle reiterate messinscena di questi vecchi parrucconi incanutiti del gerontocomio del museo del rock!
E la risposta è che ce ne sono tanti e molti pur precari o disoccupati, ospitati per vitto e alloggio dai genitori anziani, si sparano tutto ciò che hanno tra calcio e qualche “messaggero di pace e amore” vestito di borchie, indice medio alzato e chitarre ad hoc.
Se non è questi tipo di domanda un indice spaventoso della disperazione che ci circonda, non so cosa possa esserlo sinceramente…
Mauro Boccuni